Covid: perché alcuni sono immuni senza essersi mai ammalati?
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Covid: perché alcuni sono immuni senza essersi mai ammalati?


Nuove ricerche cercano di spiegare il fenomeno dell’immunità al Covid per un grande parte della popolazione.

Dopo un anno dall’arrivo della pandemia una grande domanda attende ancora una risposta. Come mai la stragrande maggioranza di persone convive perfettamente con il virus, molto spesso senza presentare alcun sintomo, mentre solo una minima parte dei positivi (o contagiati) si ammala ?

In molti casi vivono insieme ma non si contagiano. Non si tratta dei noti asintomatici, ma di persone che sono “naturalmente” immuni al coronavirus che provoca Covid-19. Di questa nuova categoria di persone si stanno occupando già diversi studi.

Immuni senza essersi mai ammalati: la causa è da ricercare negli altri coronavirus?

La ricerca pubblicata in dicembre 2020 sulla prestigiosa rivista scientifica Science mette in evidenza un indizio che possa svelare perché ci sono persone che non si ammalano.

Gli scienziati del Francis Crick Institute e della University College di Londra stavano indagando sulla durata dell’immunità dopo che si è stati colpiti da Covid-19. Tra i vari campioni che hanno esaminato ce n’erano diversi presi da persone che non si erano ammalate di Covid. Sorprendentemente hanno scoperto che alcuni di questi campioni di sangue avevano anticorpi che reagiscono al SARS-CoV 2. [1]

Un altro studio, questa volta svolto negli Stati Uniti, è arrivato a conclusioni simili. Qui i ricercatori del Center for Infectious Disease and Vaccine Research del Jolla Institute for Immunology in California hanno parlato espressamente di pre immunità. Il team si scienziati ha confrontato i campioni di sangue di venti pazienti convalescenti da Covid con altri venti mai ammalati.

I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Cell, sembrano non lasciare dubbi. Undici su venti campioni del secondo gruppo aveva una risposta almeno parzialmente immune al coronavirus. Anche secondo i ricercatori dell’istituto di ricerca californiano ipotizzano che il motivo vada ricercato in una precedente infezione da raffreddamento da coronavirus. [2]

Il segreto dei “tolleranti” al Sars-Cov-2

Una nuova prospettiva di classificare le persone asintomatiche arriva da tre docenti dell’università di Padova intervistati da Avvenire. Loro concordano che «la gran parte dei positivi non sviluppa la malattia perché è capace di convivere con il virus»:

Più correttamente va detto che gli “asintomatici” raggruppano sia pochi soggetti che a breve si ammaleranno, sia moltissimi soggetti che invece rimarranno perfettamente sani: questi ultimi noi li chiamiamo “tolleranti”».[3]

Gli specialisti ribadiscono che ci sono ancora molti aspetti da studiare perché non è stato dimostrato che l’immunità provenga solo dagli anticorpi.

«Non sono note le ragioni per cui molti sviluppano questa “tolleranza” – chiarisce Andrea Crisanti – ma è chiaro che il merito difficilmente è degli anticorpi». Lo stesso discorso può essere fatto al contrario: «Dobbiamo capire per quale motivo solo una minima parte dei contagiati invece si ammala seriamente».[3]

Covid e l’infiammazione cronica

Nell’ambito scientifico è ormai noto che non è l’infezione da virus a provocare la gravità del Covid, ma la risposta infiammatoria distruttiva dell’organismo. Lo confermano numerose evidenze scientifiche di ricercatori inglesi, tedeschi, italiani e americani che mostrano la correlazione con lo stato infiammatorio. [4]

Un’intuizione che trova conferma in altri campi della medicina, dato che «situazioni simili sono già note da tempo per spiegare il prodursi di diverse malattie degenerative, allergie, sepsi, e persino tumori», sottolinea il biologo molecolare Stefano Piccolo, «tutte patologie spesso riconducibili proprio a una risposta esagerata del nostro corpo nel tentativo di combattere il nemico».[3]

Covid e bassi livelli di Glutatione

Numerosi studi pubblicati in 2020 hanno evidenziato che  bassi livelli di GSH potrebbero essere una delle cause principali dell’eccessiva risposta infiammatoria legata ai gravi sintomi della COVID-19.

Questa ipotesi è stata verificata anche nei casi di infezioni da SARS-CoV2, come risulta da uno studio pubblicato sulla rivista ACS Infectious Diseases.

Studiando casi moderati-gravi di COVID-19, i ricercatori russi hanno trovato che mentre i pazienti con livelli plasmatici normali/alti di GSH si sono ripresi rapidamente, quelli con uno stress ossidativo importante, associato a deficit di glutatione hanno sperimentato la malattia più grave.

I ricercatori hanno evidenziato che “è importante notare che i principali fattori di rischio per una grave malattia COVID-19 sono l’invecchiamento, le comorbidità, l’abitudine al fumo, tutti caratterizzati da una capacità antiossidante intrinsecamente bassa e da alto stress ossidativo correlato con bassi livelli di GSH.”

Quindi, secondo il principio di precauzione, prima di prendere glutatione come integratore dovrebbe essere accuratamente evitata qualsiasi condizione potenzialmente in grado di portare a un ulteriore impoverimento delle riserve di GSH.

La vera medicina? Lo stile di vita per limitare l’infiammazione

Anche se oggi sembra più facile prendere farmaci o integratori per risolvere i problemi di salute, la vera soluzione deve essere ricercata alla radice.  Prevenire è molto più efficace che curare, quindi meglio adottare uno stile di vita per aumentare le difese immunitarie naturalmente.

Un numero consistente di studi indica chiaramente il rapporto tra un’alimentazione non corretta e un aumento dell’infiammazione di base e una concausa delle più frequenti patologie del nostro tempo, Covid compreso.

In una review pubblicata in maggio 2020 sulla rivista Nutrients viene considerato lo stato nutrizionale e il ruolo della dieta e dello stile di vita, in quanto è noto che influisce sugli esiti dei pazienti in altre infezioni gravi e può avere un ruolo nell’infezione da COVID-19.

I ricercatori dell’Università di Limerick (Irlanda) e dell’Institute for Translational Medicine and Therapeutics (Stati Uniti), ipotizzano l’importanza della nutrizione come strategia di mitigazione per sostenere la funzione immunitaria in mezzo alla pandemia di COVID-19. [5]

Sono identificati i gruppi alimentari e i nutrienti chiave di importanza che possono influenzare gli esiti delle infezioni respiratorie. Invece della “dieta occidentale moderna” viene indicata la dieta Mediterranea antica – quella vera – oggi quasi sparita anche dall’Italia.

The Honeyland ha selezionato alcuni alimenti nutraceutici biologici freschi che possono essere di grande aiuto per colmare le carenze nutritive e svolgere un azione immunostimolante.

Rispettare le norme

E’ chiaro che siamo di fronte a fenomeni complessi, quindi ancora oggi il Sars-Cov-2 resta per lo più uno sconosciuto e le ricerche sono in corso. Ad oggi il rispetto rigoroso di norme condivise dalle fonti ufficiali sono uno degli strumenti più importanti per contrastare la pandemia.

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Fonti & Riferimenti scientifici:

1. Ng, Kevin W., et al. “Preexisting and de novo humoral immunity to SARS-CoV-2 in humans.” Science 370.6522 (2020): 1339-1343.

2. Sette, Alessandro, and Shane Crotty. “Adaptive immunity to SARS-CoV-2 and COVID-19.” Cell (2021).

3. Avvenire.it. “Coronavirus. Perché molti non si ammalano? «Ecco chi riesce a “tollerare” il virus»”

4. Hadjadj, Jérôme, et al. “Impaired type I interferon activity and inflammatory responses in severe COVID-19 patients.” Science 369.6504 (2020): 718-724.

5. Zabetakis, Ioannis, et al. “COVID-19: the inflammation link and the role of nutrition in potential mitigation.” Nutrients 12.5 (2020): 1466.

 

 


Per approfondire:

Come aumentare le difese immunitarie in modo naturale

Immunostimolanti naturali: 4 migliori ed efficaci

Coronavirus e vitamine: gli integratori sono utili o pericolosi?


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